Maqluba. Amore capovolto by Sari Bashi

autore:Sari Bashi [Bashi, Sari]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Voland
pubblicato: 2025-03-11T23:00:00+00:00

OSAMA

Geografia

Da un po’ di tempo mi sentivo abbattuto, incerto. Un fine settimana in cui Sari è rimasta a Tel Aviv, Ann Marie mi ha invitato da lei per un pranzo sano. “Come mai?” le ho chiesto. Non aveva mai cucinato per me. “Facciamo quattro chiacchiere” mi ha detto “e poi andiamo nei villaggi di Al-Jib e Bir Naballah.” È scoppiata a ridere quando le ho chiesto dove fosse Bir Naballah. Ho scoperto che è appena fuori Ramallah, a pochi chilometri dal mio appartamento; insieme ad altri due villaggi, è completamente circondato dal muro di separazione. “Credo di essere l’unica non-palestinese al mondo a capire come stanno le cose qui” ha detto, commentando le mie perplessità geografiche.

Siamo passati accanto a campi disseminati di rottami d’auto: i terreni agricoli intorno al villaggio di Qalandia sono stati tagliati in due dal muro di separazione trasformandosi in un deposito di auto israeliane in disuso, che i palestinesi smontano per recuperare pezzi di ricambio. Abbiamo imboccato una strada asfaltata di fresco, grazie al finanziamento dell’Agenzia per lo sviluppo internazionale degli Stati Uniti. Siamo entrati a Bir Naballah attraverso una stretta galleria scavata sotto il muro, che in quel punto diventa una struttura di cemento alta dieci metri. Ann Marie sapeva che erano anni che non osavo andare in quei villaggi, dove l’esercito israeliano ogni tanto istituisce posti di blocco volanti, perché – secondo i registri dell’esercito – io dovrei risiedere a Gaza. Adesso mancava un mese alla scadenza del “permesso di soggiorno” temporaneo che mi aveva procurato Sari e potevo permettermi di esplorare un po’ fuori Ramallah.

Ann Marie guidava lentamente sulle strade piene di buche e intanto mi raccontava la storia di quel territorio. Mi ricordava la Ramallah del 2002, durante la grande invasione: silenzio e distruzione ovunque. I gatti saltavano dentro e fuori dai cassonetti, nella vana ricerca di qualcosa con cui sfamarsi. Ero pieno di orrore; paura e morte stavano in agguato.

Ann Marie ha parcheggiato in un vicolo cieco e siamo scesi. Si sono avvicinati dei cagnolini in cerca di cibo. Non c’era nessuno tranne noi: Ann Marie, i cani, io e la puzza di rifiuti bruciati. Mi sono girato verso l’auto e Ann Marie ha letto ciò che restava di un cartello: “Benvenuti a Bir Naballah.” Proprio di fronte c’era il muro.

“Non sono mai stato qui” ho detto. Eravamo a quattro chilometri da casa mia, in linea d’aria, ma la mia auto non può volare sopra il muro.

“Sai, Osama, sto cercando di capire il tuo senso della geografia, come vedi il mondo, ma non ci riesco.”

L’arabo di Ann Marie, con il suo accento sudafricano, è divertente, ma a volte si fa fatica a capire che cosa intenda. “Quando gli israeliani venivano ancora qui, si vedevano molte scritte in ebraico. Adesso neanche una.”

Intendeva insegne, per esempio di officine meccaniche o laboratori di falegnameria, immagino.

“Quindi si entrava da qui a Bir Naballah.”

“Sì, e quando hanno finito di costruire la strada di Merkam Haim hanno chiuso questo accesso.”

Mi è venuta in mente una cosa che

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.